Cosimo Calò, l’84enne di Carovigno indagato per il duplice omicidio del fratello Antonio e della cognata Caterina Martucci, lascia il carcere di Brindisi perché le sue condizioni fisiche sono «incompatibili con la custodia» nella struttura detentiva. L’uomo (arrestato l’8 marzo scorso) passa ai domiciliari, così come stabilito dal giudice per le indagini preliminari del tribunale di Brindisi che ha accolto l’istanza dell’avvocata Carmela Calò, che difende l’indagato, con il parere favorevole del pubblico ministero titolare del fascicolo. La scarcerazione dell’84enne arriva all’esito della perizia del medico legale nominato dal gip.
I coniugi vennero trovati senza vita il 1 marzo 2023 in un casolare di campagna a Serranova, frazione di Carovigno. I corpi, feriti mortalmente a colpi di fucile, si trovavano in due punti diversi della casa, in camera da letto e all’ingresso. Cosimo Calò avrebbe ucciso il fratello e la cognata una settimana prima del ritrovamento dei cadaveri. Il movente sarebbe legato ad una eredità contesa costituita da terreni e da una casa colonica. Pochi giorni dopo il ritrovamento dei corpi l’84enne ha confessato di essere stato lui ad uccidere i coniugi durante uno degli interrogatori dinanzi ai carabinieri. L’arma del delitto venne ritrovata nella casa dell’indagato e sequestrata. A scoprire i cadaveri fu invece l’altro fratello di Antonio e Cosimo, ovvero Carmelo Calò. La procura di Brindisi ha contestato all’84enne l’aggravante della premeditazione, oltre che il legame parentale.