Arrivano 25 condanne nei confronti di altrettante persone, tra capi e membri del clan Cipriano di Bitonto, nell’ambito dell’inchiesta “Porta Robustina” che a luglio 2022 portò agli arresti in una vasta operazione antidroga nel Barese, ed in particolare tra Bitonto, Palo del Colle e Cassano delle Murge. Il gup del Tribunale di Bari ha emesso bene comprese tra i 18 anni e sei mesi e un anno e quattro mesi di reclusione. Gli imputati avevano scelto di essere giudicati con rito abbreviato e rispondono, a vario titolo, di associazione finalizzata al traffico di stupefacenti, porto e detenzione di armi, detenzione di droga ai fini di spaccio, estorsione e violazione degli obblighi imposti dalla sorveglianza speciale. Ad alcuni di questi è stata riconosciuta l’aggravante dell’agevolazione mafiosa. La pena più severa è stata inflitta al 36enne Francesco Colasuonno che, insieme al 34enne Giuseppe Pastoressa (condannato a 18 anni) è stato riconosciuto colpevole di aver “diretto e organizzato” l’associazione finalizzata al traffico di stupefacenti nei comuni di Bitonto, Palo del Colle e in altre zone del nord Barese. La pena di 14 anni di reclusione è stata inflitta al 35enne Rocco Mena, uno dei “preposti” alle piazze di spaccio nel centro storico di Bitonto. Nel 2022 i 25 arresti scattati dopo le reciproche aggressioni a mano armata tra il gruppo Colasuonno-Cipriano e quello riconducibile a Domenico Conte per la gestione dello spaccio nel centro storico di Bitonto. In particolare, nel corso di un conflitto a fuoco tra membri dei gruppi rivali, il 30 dicembre 2017 fu uccisa per errore la sarta 84enne Anna Rosa Tarantino.