Si passerà da dieci ad otto autonomie scolastiche cassando l’ipotesi di nove istituti comprensivi come ipotizzato dall’amministrazione comunale di Andria. Arriva la decisione della Regione Puglia in merito al nuovo assetto delle scuole d’infanzia, primarie e secondarie di primo grado per il prossimo anno scolastico e ci saranno novità rilevanti. A meno che non cambi qualcosa nuovamente dopo il via libera al decreto milleproroghe che riduce i tagli alle autonomie scolastiche.
Comunque come da piano approvato dalla Regione si passerà ad otto istituti comprensivi completando una trasformazione che, difatto, era già in essere da molti anni ma senza la creazione di una nuova scuola monca e cioè senza la “media”. Non ci saranno neanche scorpori parziali come previsto nel piano dell’amministrazione comunale ma semplicemente delle aggregazioni di scuole vicine così come già immaginato diversi anni fa anche alla luce degli otto circoli didattici e degli otto gruppi che da sempre caratterizzano la città di Andria.
I tre nuovi istituti comprensivi che si affiancano ai cinque già esistenti saranno l’attuale “Oberdan”, con tutti i plessi di scuola dell’infanzia e la scuola “Don Tonino Bello” aggregati alla vicina “Vittorio Emanuele III” di piazza Trieste e Trento. Ci sarà poi l’istituto comprensivo che legherà la “Rosmini” con la scuola media “Dante Alighieri” tutti nel Quartiere cosiddetto “Europa” e poi l’ultima aggregazione sarà quella dell’attuale Circolo Didattico “Cotugno” con la scuola media “Vaccina”. Restano invariati tutti gli altri istituti.
Il piano di dimensionamento scolastico redatto dall’amministrazione comunale andriese aveva creato non pochi mal di pancia specialmente nelle scuole che sarebbero state disaggregate parzialmente. Mal di pancia sfociati nella protesta di piazza dei genitori dell’istituto “Oberdan” e del plesso “Don Tonino Bello” con una animata manifestazione che tante polemiche provocò anche nei giorni a seguire. L’amministrazione, tuttavia, non volle modificare di una virgola il piano predisposto.
La Regione, invece, ha bocciato nuovamente il piano di dimensionamento scolastico di Andria dopo quello di due anni fa, preferendo la via forse più logica e cioè quella di ricalcare la storia della scuola andriese accorpando istituti vicini senza smembrare quanto costruito negli ultimi anni in termini di continuità didattica. Resta comunque da vedere se questo piano sarà nuovamente modificato alla luce dell’approvazione ieri da parte del governo del decreto milleproroghe che ha ridotto a 44 il taglio delle autonomie scolastiche in Puglia rispetto alle 58 previste inizialmente.