Danni alla figlia dopo una seduta di fisioterapia. Sarebbe questo il movente per cui Salvatore Vassalli, operaio edile, incensurato avrebbe ucciso a colpi di pistola, la sera del 18 dicembre, il fisioterapista 63enne Mauro Di Giacomo, sotto l’abitazione della vittima in via Tauro, nel quartiere Poggiofranco a Bari. All’esito di un capillare e meticoloso sviluppo delle indagini, si è delineato un quadro indiziario ben definito a carico del 59enne di Canosa di Puglia, per il quale, nella mattina del 16 maggio, sono scattate le manette, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere. Secondo le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica del capoluogo pugliese, condotte dalla sezione Reati contro la persona della Squadra Mobile di Bari, la sera dell’omicidio, alle ore 20.25 circa, terminata l’attività professionale nello studio privato, Di Giacomo, professionista molto conosciuto e stimato, ha raggiunto alla guida della propria auto la sua abitazione, in via Tauro, e parcheggiato. Vassalli, secondo le ricostruzioni, lo ha aspettato sotto casa e, dopo un breve litigio, ha svuotato un intero caricatore di pistola contro il fisioterapista, raggiungendolo con almeno cinque proiettili. Dopo aver sparato, ha infierito sulla vittima colpendola più volte sul capo con il calcio della pistola. Dopodiché, si è allontanato a tutta velocità su una macchina nera, facendo perdere le sue tracce. Le indagini si sono incentrate sulle dichiarazioni di diversi testimoni, anche oculari, sull’esame delle immagini di video sorveglianza, sui tabulati del traffico, telefonico e telematico, e su una serie di riscontri di natura tecnica. Il movente sarebbe da ricercare nel rancore provato da Vassalli nei confronti del fisioterapista per una storia vecchia di alcuni anni: una delle figlie dell’indagato, residente nella provincia di Viterbo, nel 2020, aveva intentato una causa civile nei confronti della vittima, per responsabilità professionale, accusandolo di averle provocato lesioni personali permanenti, in occasione di una seduta di fisioterapia, svoltasi nel settembre del 2019. Di Giacomo aveva negato la sua responsabilità, oltre ad aver fornito la disponibilità di pervenire a qualsivoglia forma di transazione. La vicenda avrebbe fatto insorgere nell’indagato, astio e rancore nei confronti del fisioterapista, al punto da ucciderlo, la sera del 18 dicembre 2023, dopo alcuni sopralluoghi eseguiti già nel mese di febbraio. Le indagini hanno accertato un rapporto morboso da parte di Vassalli nei confronti delle figlie. Non è stata rinvenuta l’arma del delitto, una calibro 7.65, tra l’altro non intestata all’uomo che deteneva, invece, altre due pistole: una beretta e una 9×21. A Vassalli sono contestate le aggravanti della premeditazione e della crudeltà.
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