Politica

Carlantino, la serrata del sindaco contro il “codice rosso”: “Pronto a chiudere”

E’ pronto a dimettersi e a chiudere il Comune per mancanza di fondi. E’ la singolare e clamorosa minaccia del sindaco di Carlantino, Graziano Coscia, primo cittadino eletto nello scorso giugno nel piccolo centro dei Monti Dauni, nel foggiano. Coscia ha rivolto quello che ha definito un ultimo appello al governo guidato dalla Premier Meloni e al presidente della Regione Puglia Emiliano, oltre ad aver interessato anche il Prefetto di Foggia, Valiante. Getterà la spugna se non riceverà adeguate risposte relativamente all’applicazione della legge del Codice Rosso per una famiglia di Carlantino. Una storia che va avanti da ormai un anno, da quando una donna del posto con i suoi quattro figli è stata condotta in una casa rifugio di Cerignola in seguito alla denuncia fatta contro le minacce telefoniche ricevute dal coniuge. Proprio quella denuncia ha attivato le procedure previste dal Codice Rosso, con il costo dell’ alloggio della casa rifugio pari a 375 euro al giorno per complessivi 11250 euro mensili a carico del Comune . E questo nonostante lo stesso primo cittadino avesse rassicurato sui mancati rischi per la famiglia, trovandosi il coniuge un Sud America. Nel frattempo il Comune di Carlantino ha accumulato un debito con la casa rifugio di circa 200 mila euro, una cifra enorme ed impossibile da sostenere per un ente peraltro alle prese con una difficile situazione finanziaria. Di qui la clamorosa decisione: in mancanza di risposte soddisfacenti non ci sono alternative: o chiudere o tagliare servizi essenziali.

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