La macchina con la quale è stato trasportato il feretro e i cancelli di accesso alla Necropoli sbarrati. Si sono tenuti nella chiesa del Cimitero di Bari i funerali, blindatissimi, di Antonella Lopez, la 19enne di San Girolamo uccisa al Bahia Beach di Molfetta, la notte di sabato 21 settembre, con almeno un colpo di pistola che le ha reciso l’aorta. Tra i tanti presenti, arrivati già dalle 14, sono state 150 le persone che hanno indossato la maglietta con il volto di Antonella. Palloncini, fiori, bigliettini e tante lacrime per la giovane che ha perso la vita tragicamente. A sparare 7 colpi di pistola in sequenza con una calibro 7,65 è stato il reo confesso Michele Lavopa che, mirando al gruppo dei Palermiti, ha ucciso la giovane e ha ferito quattro ragazzi, tra cui Eugenio Palermiti, nipote del boss del quartiere Japigia di Bari. Lavopa, fermato nel pomeriggio di domenica 22 settembre, ha confermato che il suo vero bersaglio sarebbe stato proprio Eugenio Palermiti, con il quale sette anni prima c’era stati dei dissapori, e avrebbe sparato per rispondere ad una sua provocazione. Antonella Lopez, che si era recata in discoteca insieme a Palermiti, sarebbe quindi stata uccisa per errore. Il gip Francesco Vittorio Rinaldi ha convalidato il fermo di Michele Lavopa che ora dovrà rispondere di omicidio, tentato omicidio in concorso, detenzione e porto illegale di armi e ricettazione. Riconosciuta per lui anche l’aggravante mafiosa in, si legge nell’ordinanza di convalida del fermo, ha “agito con modalità plateali, portando l’arma del delitto all’interno del locale, facendone uso, con spregiudicatezza e noncuranza delle condizioni di affollamento del locale, in cui erano presenti centinaia di persone. E, si legge ancora nell’atto, ha agito a volto scoperto, nella consapevolezza che nessuno avrebbe reso dichiarazioni all’autorità giudiziaria, per effetto della condizione di assoggettamento ed omertà derivanti dal potere di intimidazione dei sodalizi di tipo mafioso, operanti sul territorio di Bari e provincia, nonché al fine di agevolare il sodalizio di tipo mafioso operante nel quartiere San Paolo di Bari, affermandone la supremazia mafiosa, in contrapposizione al clan Parisi/Palermiti”.