Cronaca

Olio vergine e lampante venduto come “EVO Bio” ad una impresa di Andria: sequestro da 180 quintali

Quintali di olio “vergine” e “lampante” fatto passare come extravergine di oliva BIO, consegnato da un’azienda di Catanzaro ad una di Andria. E’ la scoperta della Guardia di Finanza del capoluogo calabrese, venuta alla luce nel corso di alcuni accertamenti compiuti con le fiamme gialle della provincia BAT e con al centro le due aziende situate, appunto, a Catanzaro e ad Andria. I militari hanno sequestrato, nel complesso, quasi 180 quintali di olio, di cui una parte ancora stoccata presso l’impresa calabrese, l’altra già arrivata nel territorio federiciano. Quell’olio era destinato alla commercializzazione nella qualità di “olio extravergine di oliva BIO”. Tuttavia, a seguito delle analisi chimiche e organolettiche eseguite presso l’azienda di Catanzaro, è risultato essere di categoria inferiore, ovvero olio vergine e lampante. Era stato persino catalogato come extravergine BIO mediante la compilazione del registro telematico SIAN, obbligatorio per le aziende del settore. L’olio vergine e lampante, com’è noto, non è commestibile ed è caratterizzato da un eccessivo grado di acidità, potenzialmente pericoloso per la salute dei consumatori. La Guardia di Finanza ha segnalato alla Procura della Repubblica di Catanzaro il titolare dell’impresa calabrese per i reati di frode nell’esercizio del commercio e vendita di sostanze alimentari non genuine come genuine. Sotto sequestro tre cisterne contenenti quasi 18mila chili di olio, di cui 4.500 “lampante”, per un valore pari ad oltre 200mila euro. Quanto al titolare dell’azienda di Andria, sono in corso gli accertamenti per comprendere il suo reale coinvolgimento. Se fosse consapevole o meno del tipo di olio che stava ricevendo da Catanzaro.

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