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Attualità

La storia di Michele, un bambino di 10 anni affetto da una malattia rara e costretto a vivere rinchiuso in casa a Stornarella. La mamma: “Chiedo solo abbracci e umanità”

Appena 10 anni di vita, 40 interventi chirurgici subiti e oltre un centinaio di ricoveri. E’ la storia del piccolo Michele, che vive rinchiuso in casa, a Stornarella, nel Foggiano, a causa di una malattia genetica rarissima e non ancora del tutto diagnosticata e di alcuni tumori cerebrali benigni insorti nel tempo insieme ad autismo grave ed epilessia. Michele non mangia, pesa appena 29 chili. Si nutre con un sondino nello stomaco. Ad assisterlo c’è la mamma, Tania, una laurea in Lettere Moderne e che per amore del figlio ha rinunciato al lavoro di bibliotecaria e il fratello più grande, Gerardo, un tredicenne che da grande vuole fare il medico, per provare ad aiutare Michele e chi come lui vive situazioni simili. Una famiglia diventata invisibile, racconta la signora Tania, che non chiede danaro ma vicinanza. Il suo è un appello disperato alle istituzioni.

Il piccolo Michele in queste condizioni non ha ampie prospettive di vita. La signora Tania, però, non vuole smettere di lottare. La sua è una battaglia di umanità che mira a dare conforto e aiuto anche a chi vive identici dramma nel più totale disinteresse.

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