E’ accusata di aver lasciato andare un minorenne alla guida di un’auto fermata nel centro di Bari anziché procedere alla denuncia del ragazzo e al sequestro del veicolo. Per questo motivo una vigilessa sarà destinataria di un provvedimento di sospensione di tre mesi da parte della Prefettura. Secondo gli inquirenti il giovane fermato ad un posto di blocco nel marzo 2017 era uno spacciatore e l’assistente della Polizia Locale in quell’occasione avrebbe chiuso un occhio per fare un favore ad un trafficante di droga vicino al clan Capriati. Ipotesi confermata da successive intercettazioni telefoniche. La donna è tuttora a processo per omissione di atti d’ufficio anche se il reato si prescriverà a marzo. Nella relazione del Viminale sulle possibili infiltrazioni mafiose al Comune di Bari c’è un capitolo che riguarda proprio la Polizia Locale. Dagli accertamenti eseguiti dagli ispettori, è emerso che almeno 10 agenti avrebbero parentele o frequentazioni con pregiudicati vicini ai clan ritenute incompatibili con la qualifica ricoperta. Si è per questo proceduto alla revoca della pistola e all’assegnazione di mansioni che non richiedano il porto dell’arma. Nel frattempo il Viminale ha sciolto la riserva decretando che non esistano le condizioni per procedere allo scioglimento del Comune ma assumendo dei provvedimenti nei confronti di due società pubbliche: l’azienda di rifiuti Amiu sarà sottoposta a 12 mesi di tutoraggio mentre sulla Multiservizi opererà una sorveglianza della Prefettura su appalti e assunzioni.
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