Barletta scende in piazza contro la criminalità e si stringe attorno a Giuseppe Di Bari, presidente del Comitato 167, vittima di un agguato avvenuto la sera del 24 ottobre in via Leonardo da Vinci. Un uomo con il volto coperto da un casco integrale ha esploso contro di lui sette colpi di pistola, tre dei quali lo hanno raggiunto alle gambe, prima di fuggire con l’aiuto di un complice. Le indagini della polizia per risalire ai responsabili sono ancora in corso. Non è esclusa la pista che collega l’attentato alle battaglie civiche portate avanti da Di Bari negli ultimi mesi. In centinaia, ieri sera, hanno risposto all’appello di Libera e del Comitato 167, per ribadire che Barletta non può piegarsi alle logiche criminali. Una città unita nella richiesta di legalità
DICHIARAZIONE DI RAFFAELE PATELLA (COMITATO QUARTIERE 167)
INTERVISTA A GIORGIO CARPAGNANO (LIBERA BARLETTA)
Alla manifestazione erano presenti associazioni, parrocchie, studenti ed esponenti delle istituzioni. Assente per motivi familiari il sindaco Mino Cannito, rappresentato dai membri della sua amministrazione. Dal Comune è partita una richiesta ufficiale alla Prefettura per potenziare i controlli sul territorio, ma “la lotta alla criminalità – ha sottolineato il vicesindaco Cefola – deve essere collettiva, una responsabilità che coinvolge l’intera comunità”.
INTERVISTA A GENNARO CEFOLA (VICESINDACO DI BARLETTA)
Sono ormai quattro anni che Barletta vive una spirale di violenza senza precedenti, con episodi spesso di chiara matrice mafiosa. La notte del 30 ottobre 2021, per un banale litigio in un bar, il 24enne Claudio Lasala viene ferito con una coltellata e selvaggiamente picchiato. Muore in ospedale a causa di uno shock emorragico. Due giovani poco più che maggiorenni vengono arrestati. Il 16 gennaio 2022 scompare nel nulla un altro 24enne, Michele Cilli. Il suo corpo non sarà mai ritrovato. Nel luglio 2024 la Cassazione conferma le condanne: 18 anni e 8 mesi per l’assassino e 5 anni e 8 mesi per il complice che avrebbe contribuito a occultare il corpo. L’11 aprile 2022, un’altra lite in un locale, il Morrison’s Revolution di via Rionero, degenera in tragedia: il titolare Giuseppe Tupputi, 43 anni e padre di due bambine, viene ucciso a colpi di pistola. Due anni e mezzo dopo, il responsabile, un 34enne pregiudicato, viene condannato all’ergastolo. Nel 2025 la città conosce una nuova escalation criminale. Il 25 aprile scompaiono le tracce del 26enne Francesco Diviesti: quattro giorni dopo viene ritrovato senza vita in una grotta nelle campagne tra Canosa e Minervino Murge. Il corpo, dato alle fiamme, presenta tre colpi di arma da fuoco. Cinque persone sono indagate, ma dopo sei mesi le indagini restano aperte. Il 4 luglio, una sparatoria sul braccio di Levante ferisce un 30enne: l’area viene chiusa al pubblico dall’Autorità Portuale, scatenando le proteste dei cittadini. Il 1° settembre, un agguato in pieno centro, tra la gente a passeggio in corso Garibaldi: un 20enne viene gambizzato davanti alla Posta Centrale.È questo l’ultimo grave episodio prima del ferimento di Giuseppe Di Bari.Una sequenza di omicidi, sparatorie e violenze efferate che rendono Barletta un caso unico e inquietante nel panorama criminale del territorio.
INTERVISTA A GIORGIO CARPAGNANO (LIBERA BARLETTA)



