Inizia una nuova settimana delicata per l’autotrasporto italiano. Nelle prossime ore centinaia (se non migliaia) di camion potrebbero fermarsi in segno di protesta per il caro carburante che sta rendendo difficile l’attività lavorativa del settore. Da nord a sud il malcontento galoppa, anche la Puglia è pronta a mobilitarsi, mentre altrove ci sono già i primi presidi. I prezzi del combustibile continuano a salire, ormai da giorni oltre i 2 euro per litro. Il gasolio, in alcuni casi, ha già raggiunto o superato il costo della benzina. Nella giornata odierna non si registrano particolari criticità per la Puglia, rispetto agli annunci di stop dei giorni scorsi. Gli autotrasportatori stanno attendendo l’esito dell’incontro previsto domani a Roma, al Ministero delle Infrastrutture e Mobilità sostenibili, quando la viceministra Teresa Bellavona incontrerà organizzazioni del settore per fare il punto della situazione. «Per evitare la paralisi totale – fanno sapere i rappresentanti degli autotrasportatori – bisogna trovare soluzioni da mettere in atto sin da subito». Preoccupante anche un nuovo fenomeno che emerge dai consulenti del lavoro: negli ultimi giorni sono aumentate in modo consistente le richieste di casse integrazione. Una novità assoluta per il settore dell’autotrasporto. Non c’è più tempo dunque. Non è da escludere che nelle prossime ore possano verificarsi proteste spontanee sulle strade della Puglia, come già sta accadendo in Campania. In altri casi alcune aziende hanno scelto comunque di fermarsi per l’impossibilità di far fronte da sole agli aumenti record. A Corato, sabato scorso, si sono riuniti autotrasportatori provenienti da Bari, Cerignola, Bat, e altre zone pugliesi, per sancire la nascita di una nuova sigla sindacale che possa rappresentare al meglio la categoria anche sui tavoli delle trattative con il Governo. «La misura è colma», hanno detto alcuni lavoratori nell’incontro convocato a Corato, poi hanno aggiunto: «Il caro carburante ha fatto schizzare alle stelle il costo dell’autotrasporto. Molti lavori vengono conclusi col segno meno, e dunque in perdita». Lo stato d’agitazione continua. Decisivo l’esito del tavolo di domani al Mims di Roma. Se sarà fumata nera, gli autotrasportatori fermeranno i propri mezzi bloccando l’intera nazione.