Contaminazione della falda ed effetti idrosismici imprevedibili. Sono due delle motivazioni tecniche che hanno spinto i geologi di Puglia già diverse settimane fa a chiedere che la Regione Puglia si fermi nell’idea di trasformare il Gurgo di Andria in una vasca di laminazione. Cioè uno degli scrigni contenenti la storia della comunità andriese oltre che di biodiversità, rischia di diventare una colata di cemento per la raccolta delle acque piovane. L’allerta è stato lanciato a causa della presentazione da parte degli uffici regionali degli elaborati del ‘Fondo per la progettazione degli interventi contro il dissesto idrogeologico’ e che vedono ad Andria la necessità di una sistemazione idraulica che parte dal canale Ciappetta Camaggio per arrivare proprio ad un punto di raccolta delle acque individuato nel Gurgo. La questione è già all’attenzione della politica grazie ad una presa di posizione bipartisan visto l’avvio di una conferenza di servizi tra tutti gli enti coinvolti. C’è stato anche il no deciso di molteplici associazioni del territorio tra cui il Forum Ambiente Ricorda e Rispetta.
Ieri sera un incontro ad Andria con la partecipazione del Presidente del SIAM il geologo Antonello Fiore che ha ribadito il no ad una idea del genere con anche alcune proposte alternative tra cui la creazione di bacini strategici per la raccolta delle acque da utilizzare anche per l’agricoltura. Progetti che potrebbero preservare il Gurgo una delle cinque doline carsiche più grandi di Puglia che avrebbe però necessità di riqualificazione ed attenzione.