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PUGLIA | La Dad fa danni all’istruzione, 1 studente su 2 termina la scuola impreparato: i dati allarmanti del rapporto Invalsi

La pandemia ha fatto danni. A quelli arrecati alla salute di moltissime persone e all’economia, per via della chiusura forzata di molte attività, si contano anche quelli legati all’istruzione. La colpa è della Didattica a Distanza che ha causato un deficit formativo tra gli studenti, soprattutto nel Sud Italia. E la Puglia non fa eccezione.

È il triste quadro che emerge dal nuovo rapporto nazionale Invalsi, con le rilevazioni condotte tra i mesi di marzo e maggio, relative ai livelli di apprendimento dei ragazzi nell’anno scolastico appena concluso, rispetto a quelli del 2018 e del 2019.

I dati rappresentano la prima misurazione su larga scala degli effetti delle restrizioni anti Covid sugli apprendimenti di base (come italiano e matematica) conseguiti dagli alunni. A preoccupare sono i livelli di dispersione scolastica, espressa non solo con rifermento agli studenti che hanno abbandonato gli studi ma anche a quelli che hanno concluso il ciclo delle scuole superiori senza aver conseguito le competenze didattiche fondamentali. Un deficit che rischia di avere effetti negativi sia sull’inserimento nel mondo del lavoro che sulla eventuale formazione universitaria.   

Tra le cifre peggiori registrate in Puglia, secondo il rapporto, ci sono quelle sulle percentuali di alunni al quinto anno delle superiori che non raggiungono la soglia minima di competenza: il 59% in Italiano e addirittura il 69% in Matematica. Numeri molto più alti di quelli rilevati in altre regioni che, seppur colpite ugualmente dalla pandemia, non superano il 30-40 per cento.

A pesare negativamente sul risultato pugliese, il massiccio ricorso alla didattica a distanza, consentito nell’ultimo anno dalle diverse ordinanze regionali. Un’opinione condivisa dall’Associazione Nazionale Presidi di Puglia che, attraverso le parole del suo presidente, Roberto Romito, esprime rammarico per il messaggio di disincentivazione della frequenza scolastica che è stato lanciato a studenti e famiglie attraverso i provvedimenti firmati da Emiliano, che hanno introdotto la cosiddetta didattica a scelta. “Un errore – ha commentato Romito – che auspichiamo non si ripeta più”. 

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