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Un andriese dietro le voci Rai ai mondiali in Qatar. La storia di Vincenzo Carbutti

Ha dato voce al racconto dei mondiali di calcio in Qatar. C’era una mano andriese a muovere mixer, equalizzatori e modulatori necessari per il racconto radiofonico dell’evento sportivo per eccellenza: la massima competizione per le rappresentative nazionali del “gioco più bello del mondo” non poteva che essere ad appannaggio di Mamma Rai. Il racconto radiofonico delle partite di calcio, in Italia, è da sempre sulle frequenze della radio Nazionale che conta, nella sua di squadra, anche sulle competenze di un giovane andriese. Si tratta di Vincenzo Carbutti, dal 2018 a Milano per Rai radio 1 come tecnico di conduzione che in particolar modo si occupa della parte tecnica relativa ai programmi radiofonici. Nelle scorse settimane, Vincenzo, insieme al suo team di lavoro ha raggiunto il Qatar per raccontare il primo mondiale svolto in un paese arabo e in Medio Oriente. «Avevamo uno studio allestito per l’occasione presso l’International Brodcasting Centre, abbiamo cercato di raccontare il mondiale a 360°. Per la Rai è stato un successo, una scommessa vinta, per la finale c’erano 17milioni di telespettatori».

Vincenzo, si è trasferito a Milano quattro anni fa, a soli 20 anni, dopo aver vinto il concorso indetto dalla Tv di Stato che ha così ringiovanito di molto il suo personale. E in questo tempo deve aver ben impressionato la dirigenza dell’emittente radiofonica che ha scelto di proporgli un biglietto a/r per il piccolo paese sul Golfo Persico. «Mi è arrivata questa proposta circa 4 mesi prima dell’evento, ho accettato ad occhi chiusi. È stata la prima volta fuori dall’Europa per me», ha raccontato Vincenzo, che era già reduce da un altro appuntamento di caratura internazionale prodotto dalla Rai: «L’anno scorso ho seguito il festival di Sanremo, il mondiale è un grande evento, non potevo rifiutare un’esperienza intensa per conoscere nuova gente, dall’Italia e dal mondo intero».

Racconta l’esperienza qatariota come la più bella di sempre: un modo per lavorare fuori dalla classica redazione ed entrare in contatto con tanta gente: «Il dialogo e le relazioni sono tanto importanti per questo lavoro; prima ancora delle competenze è importante conoscere e avere feeling con i propri colleghi creando spirito di squadra. Solo così vien fuori un buon servizio».

Il “suono” è stato un elemento presente nelle esperienze di Vincenzo già prima del lavoro a Radio Rai: suonava il basso con un gruppo di amici e in seguito, insieme, hanno creato uno studio di registrazione ad Andria, lo “Studio 32”: «Mi sono ritrovato in radio, ho da sempre apprezzato questo lavoro perché mantiene un legame con la mia musica».

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