L’ex assessora regionale ai trasporti Anita Maurodinoia ha deciso di non presentarsi all’interrogatorio richiesto dopo la chiusura delle indagini preliminari che la vedono coinvolta con l’accusa di corruzione elettorale. Attraverso i suoi avvocati, Mario Malcangi e Vittorio Manes, Maurodinoia ha viceversa depositato una memoria difensiva nella quale respinge con forza l’ipotesi di aver partecipato a qualsiasi accordo illecito. Pur rivendicando il suo ruolo politico attivo sul territorio, l’ex assessora ha negato infatti di aver avuto un ruolo in combine o in patti che prevedevano soldi in cambio di voti. Sottolineando anche come lo stesso gip avesse «escluso la sussistenza indiziaria» rispetto alle contestazioni a lei mosse.
Maurodinoia è indagata insieme al marito Sandro Cataldo, fondatore del movimento politico «Sud al centro», e altre 16 persone, per la presunta compravendita di voti relativa sia alle elezioni Regionali del 2020, in cui fu eletta con quasi 20mila preferenze, sia alle amministrative di Grumo Appula dello stesso anno. Per la Procura, quelle elezioni e le Comunali di Triggiano del 2021 sarebbero state manipolate dall’associazione che avrebbe avuto al vertice proprio Cataldo, con la quale agli elettori sarebbero stati offerti soldi e regali in cambio di voti.
L’inchiesta portò nell’aprile del 2024 agli arresti domiciliari anche di Cataldo e, tra gli altri, anche del sindaco di Triggiano all’epoca in carica, Antonio Donatelli, poi sostituito da un commissario. Lo scorso ottobre la Procura ha notificato la chiusura delle indagini ai 18 indagati e, dopo la rinuncia di Maurodinoia, all’interrogatorio valuterà se chiederne il rinvio a giudizio.