Torna l’allarme sicurezza nelle carceri pugliesi. La denuncia arriva dall’OSAPP, il sindacato di Polizia Penitenziaria, che informa di altri due incresciosi episodi che accendono nuovamente i riflettori sui vecchi problemi che affliggono le strutture penitenziarie, tra sovraffollamento detentivo, equipaggiamenti e carenze di personale.
Il primo si è verificato nella casa circondariale di Bari, dove lo scorso fine settimana un agente penitenziario, in servizio nella seconda sezione del carcere, sarebbe stato aggredito da un detenuto con problemi psichiatrici. In base a quanto emerso, l’aggressione – fanno sapere dal sindacato – sarebbe stata scatenata dal rifiuto del detenuto di accettare una terapia diversa dal solito. Nel trambusto seguito all’aggressione, un infermiere sarebbe stato bloccato nella sezione, chiusa per ragioni di sicurezza, come avviene da protocollo in casi di questo genere.
Non va meglio a Foggia, dove sempre nello scorso fine settimana, a seguito di controlli di routine effettuati nell’istituto di pena, gli agenti carcerari hanno trovato sei telefoni cellulari (per comunicare con l’esterno), 100 grammi di hashish ed un coltello. Il materiale è stato rinvenuto all’interno di alcune buste di rifiuti. Altri 100 grammi di sostanze stupefacenti sono invece stati scoperti dagli uomini della Polizia Penitenziaria in un pacco, contenente anche del whisky.
Un episodio non isolato nella casa circondariale del capoluogo dauno, dove meno di tre mesi fa vennero sequestrati sei cellulari ed un ingente quantitativo di hashish destinato al mercato interno al carcere. Ancora, nel giugno scorso, gli agenti riuscirono ad intercettare un drone che trasportava droga e telefonini, prima che riuscisse a raggiungere le sezioni detentive del penitenziario. A marzo, infine, un’infermiera in servizio presso il carcere di Foggia era finita in manette (assieme ad altre 15 persone) con l’accusa di aver introdotto sistematicamente nella struttura stupefacenti ed altro materiale destinato ai detenuti, in cambio di somme di denaro.