La Direzione Distrettuale Antimafia ha chiesto dieci condanne – a pene da un anno e nove mesi a due anni e otto mesi – per altrettanti imputati finiti a processo (in abbreviato) per il corteo funebre di moto avvenuto il 24 giugno 2023, a Bari, dopo i funerali di Christian Di Gioia, il 27enne morto a causa di un incidente stradale con lo scooter due giorni prima nel quartiere Japigia. I dieci imputati rispondono di blocco stradale con l’aggravante del metodo mafioso. Il corteo, composto da decine di moto, partito proprio da Japigia, scortò il feretro del 27enne fino al cimitero, passando (contromano) anche sotto il carcere di Bari e paralizzando il traffico a lungo. Il pm della Dda Fabio Buquicchio ha chiesto alla gup Gabriella Pede di riconoscere, nei confronti degli imputati, l’aggravante del metodo mafioso, richiesta alla quale si è unito anche il Comune di Bari, costituito parte civile e assistito dall’avvocato Giuseppe Buquicchio. Il legale ha evidenziato in udienza lo stile “Gomorra” del corteo, chiedendo un risarcimento danni di 250mila euro ed il pagamento di una provvisionale da 100mila euro. Secondo l’accusa, gli imputati avrebbero ostentato “una condotta idonea ad esercitare” sugli altri “quella particolare coartazione e conseguente intimidazione, propria delle compagini mafiose”, e “in particolare del clan Parisi-Palermiti predominante nel quartiere Japigia”, come si legge nel capo d’imputazione. Nella prossima udienza del 9 aprile ci saranno le arringhe dei difensori di cinque imputati.
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