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Cronaca

Diffamazione e calunnia prescritte, ma Mingo e la moglie dovranno risarcire il poliziotto che indagava su di loro

Domenico De Pasquale, in arte Mingo, e la moglie Corinna Martino, dovranno risarcire il poliziotto che indagava su di loro per truffa nei confronti di Mediaset. Nonostante le accuse di calunnia e diffamazione aggravata a carico di Mingo e della moglie erano state dichiarate prescritte lo scorso gennaio, dopo la condanna in primo grado, un anno prima, a 2 anni e 6 mesi di reclusione per l’ex inviato di “Striscia la Notizia” e per la moglie, solo del reato di calunnia, la Corte d’Appello di Bari ha disposto il pagamento dei danni all’assistente capo della polizia Gianluca De Stefano, oggi in servizio alla Dda e premiato per il suo lavoro nell’inchiesta Codice interno. Secondo la Corte d’Appello la “macchina del fango” messa in piedi dai due era stata architettata per «screditare De Stefano nella dignità professionale e personale». Ecco perché restano valide le prescrizioni civili e il poliziotto dovrà essere ora risarcito. Mingo era accusato di aver falsamente incolpato di abuso d’ufficio e falsità ideologica De Stefano, che aveva condotto le indagini per truffa, simulazione di reato e diffamazione nei confronti dell’ex inviato di Striscia e della moglie. Presentando una denuncia nel 2016, marito e moglie avevano attribuito “interessi personali” al poliziotto nella conduzione dell’attività investigativa e una “non corretta gestione delle indagini”. Accuse infondate di reati gravi nei confronti dell’ispettore secondo la Corte d’Appello. I due imputati dovranno ora risarcire la parte civile con provvisionale per 25mila euro complessivi.

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