C’era un piano per uccidere il boss storico della mafia foggiana, Rocco Moretti. Un piano organizzato in un appartamento, a Foggia, approfittando del fatto che il nome storico della cosiddetta “Società” foggiana era da poco tornato in libertà e giornalmente si recava a firmare presso la caserma dei Carabinieri di San Giovanni Rotondo. Sono inquietanti i particolari svelati da un collaboratore di giustizia, Gianluigi Troiano, ex appartenente al clan mafioso garganico Li Bergolis Miucci, alleato del clan Sinesi-Francavilla, contrapposto proprio a Moretti. Particolari svelati al pubblico ministero Bruna Manganelli e agli atti del processo “Game Over” in corso a Foggia, che vede imputate 19 persone con l’accusa di traffico e spaccio di cocaina con l’aggravante mafiosa. Un piano omicidiario che per le dichiarazioni rese dal pentito aveva un presunto regista individuato in Antonio Salvatore, soprannominato “Lascia Lascia”, appartenente al clan rivale Sinesi-Francavilla. Lo stesso Antonio Salvatore sarebbe stato nel mirino e per le dichiarazioni rese in particolare da altri due collaboratori di giustizia, Marco Raduano e Matteo Pettinicchio, c’era il progetto di ucciderlo perché considerato pericolose ritenuto vicino ai Li Bergolis. Retroscena, quelli svelati dai collaboratori di giustizia apportano nuovi tasselli nella ricostruzione di alleanze e tentati omicidi all’interno dei gruppi mafiosi del territorio ed un processo, quello “Game Over”, in cui sia Rocco Moretti che lo stesso Antonio Salvatore respingono le accuse e si dichiarano innocenti.