Una piccola fiamma che brucia ancora dopo due giorni. Tutt’intorno alberi inceneriti, fuliggine e terra nera, dominano un paesaggio ormai diventato spettrale. È quello che resta dello spaventoso incendio divampato sabato pomeriggio nel territorio di Castel del Monte, alle porte di Andria. Un inferno di fuoco che in poche ore ha distrutto circa 160 ettari di vegetazione, provocando danni a villette e attività commerciali e fermandosi a due passi dal maniero federiciano.
Ma se fumo e cenere sono l’eredità lasciata dal fuoco, c’è n’è un’altra ancora più desolante, che è precedente al rogo: si chiama incuria. Quella che da tempo si è impossessata della pineta ai piedi del castello di Federico II. Rifiuti, residui di grigliate domenicali, sterpaglie e decine di rami e alberi caduti, alcuni risalenti addirittura alla copiosa nevicata del dicembre 2014. Benzina per qualunque rogo, con le fiamme che diventano incontrollabili quando sono alimentate dal vento di favonio, come accaduto lo scorso fine settimana. Come accaduto altre quattro volte in questa stagione estiva.
È questo il tristissimo scenario che da tempo domina il polmone verde che circonda uno dei beni monumentali più importanti d’Italia.
Uno scempio denunciato ancora dai residenti della zona: sono una settantina quelli che hanno già firmato una lettera, da indirizzare all’amministrazione e alle diverse autorità preposte, chiedendo interventi a protezione dell’area boschiva. Mancano efficaci sistemi di prevenzione per gli incendi e per gli illeciti ambientali. Manca un distaccamento estivo dei Vigili del Fuoco e le manichette nei punti più a rischio. Mancano telecamere per il controllo e cartelli di segnalazione in caso di fuga. Manca la pulizia del sottobosco, la cui sporcizia è spesso una pericolosa alleata dei roghi. Questo – è scritto nella nota dei residenti – dovrebbe essere il piano strategico degli enti pubblici che intendono salvaguardare un’area protetta. Ma nulla al riguardo è mai stato fatto.
Chissà che questa sia la volta buona e che il disastro ambientale che ha distrutto l’area possa suonare come una sveglia, per una più corretta e puntuale gestione del territorio di Castel del Monte, il monumento simbolo della città di Andria, raffigurato anche sulla monetina da un centesimo, ma che vale molto molto di più.