Aggredito, legato e minacciato con una pistola in bocca. Sono stati momenti da incubo quelli vissuti da un imprenditore, rapinato all’interno della sua villetta a Bisceglie. I responsabili sono stati identificati ed arrestati dalla Polizia, che ha chiuso il cerchio sul violento episodio, accaduto nella notte tra il 10 e l’11 luglio.
In manette sono finti quattro baresi ed un giovane biscegliese, tutti volti noti alle Forze dell’Ordine, accusati di rapina pluriaggravata, porto illegale di arma da fuoco e lesioni personali aggravate in concorso.
In quattro, armati e col volto coperto, sfondarono la porta d’ingresso della villa, cogliendo di sorpresa il padrone di casa che, in quel momento, era sul divano, al telefono con la sua compagna. Il quinto complice intanto aspettava fuori.
La vittima venne immobilizzata con del nastro adesivo, mentre i rapinatori si impossessavano del Rolex che aveva al polso e del portafoglio, con dentro 300 euro in contanti.
Non contenti, alla ricerca di altro denaro, i banditi misero a soqquadro l’intero appartamento, trovando altri 1.500 euro in contanti. Uno di loro avrebbe anche infilato la canna di una pistola nella bocca dell’imprenditore, spaccandogli il labbro e minacciando di ucciderlo.
A vivere a distanza quegli istanti drammatici, la compagna della vittima, ancora in linea al telefono, caduto sul pavimento nelle fasi concitate della rapina. È stata la donna a chiamare la Polizia, una volta intuito quello che stava accadendo.
Prima di fuggire, i malviventi hanno anche trascinato l’uomo negli uffici aziendali, sul retro della villa, alla ricerca della cassaforte, e poi hanno tentato di rubargli l’auto, senza riuscirci.
In sette mesi gli inquirenti sono riusciti a ricostruire l’episodio e ad incastrare i colpevoli. Un compito non facile, visto che, prima di lasciare la villa, i rapinatori avevano portato via il dispositivo con le immagini delle telecamere di videosorveglianza.
Il giovane biscegliese, considerato il basista della banda, è stato raggiunto a casa dai poliziotti ed arrestato il 16 febbraio scorso; tre dei quattro baresi erano già detenuti per lo stesso reato, il quinto uomo, invece, è stato rintracciato ieri dalla Squadra Mobile di Bari e condotto in carcere.