Cronaca

Maldarizzi Automotive in amministrazione giudiziaria. L’accusa: “recupero crediti affidato al clan Parisi di Bari”

L’ombra della criminalità organizzata barese anche sulla Maldarizzi Automotive, azienda leader pugliese nel commercio di autovetture. È questa l’accusa avanzata nell’ambito dell’inchiesta sugli affari illeciti gestiti dai clan del capoluogo. Per questo il Tribunale di Bari ha disposto l’amministrazione giudiziaria della società, nominando come amministratore un avvocato di Roma, Luca D’Amore.  

Il provvedimento nasce dall’indagine coordinata dalla DDA di Bari che, questa mattina, ha colpito oltre 130 persone con arresti e sequestri, per i rapporti tra mafia e colletti bianchi.

Dall’attività investigativa sarebbe emersa infatti la circostanza in base alla quale Tommaso Lovreglio, nipote di Tommy Parisi (dell’omonimo clan), “avrebbe intrapreso attività economiche lecite mediante intestatari fittizi e avrebbe instaurato con la società Maldarizzi Automotive Spa (precedentemente Millenia Srl), anche per il tramite della moglie, rapporti di prestazione d’opera che, in realtà, avrebbero nascosto una ben più ampia collaborazione”.

L’ipotesi è che Lovreglio “si sarebbe avvalso della Millenia Srl per la propria attività di rivendita di auto», e avrebbe fornito aiuto alla stessa società per ottenere il regolare adempimento da parte dei clienti, facendo valere la propria capacità criminale, anche senza ricorrere espressamente a minacce e intimidazioni”.

Le indagini della Polizia avrebbero accertato una “costante presenza” di Lovreglio nella sede della concessionaria di via Oberdan, a Bari, all’interno della quale è apparso sin da subito chiaro il ruolo ricoperto dall’indagato nel settore vendite.

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