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Cronaca

Marito e moglie uccisi in un casolare nel Brindisino, convocati in caserma fratello e nipote dell’uomo: si indaga sull’eredità

Nuova possibile svolta nelle indagini per l’omicidio di Antonio Calò e Caterina Martucci, i coniugi uccisi a colpi di fucile, mercoledì scorso, in un casolare nelle campagne di Carovigno, in provincia di Brindisi. I Carabinieri, questa mattina, hanno convocato Cosimo e Vincenzo Calò, padre e figlio, nonché fratello e nipote dell’uomo assassinato. I due si sono presentati in caserma, senza avvocato, per essere ascoltati dai militari, dopo che nella serata di ieri, nel corso di una perquisizione nell’abitazione di Cosimo, è stato sequestrato un fucile da caccia, trovato in un capanno tra alcuni attrezzi da lavoro.  

È possibile che i Carabinieri vogliano vederci chiaro sul ritrovamento dell’arma e sui possibili coinvolgimenti dei due nel grave fatto di sangue.

Le indagini si stanno concentrando in maniera sempre più decisa in ambito familiare. Il sospetto degli inquirenti è che l’omicidio possa essere maturato nell’ambito di alcuni dissidi per questioni di eredità. Proprio il giorno del delitto, la vittima Antonio Calò aveva appuntamento da un avvocato per discutere di un appartamento lasciatogli dal fratello Angelo, morto due anni fa. All’incontro avrebbe dovuto prendere parte anche un altro fratello, Carmelo, che è stato poi quello che ha scoperto i corpi delle vittime, il primo marzo scorso.

I due coniugi, 69 anni lui e 63 lei, sono stati uccisi con tre fucilate, due indirizzate alla donna ed una all’uomo. Le vittime, che non avevano figli, sono state trovate in due stanze diverse del casolare: la moglie in camera da letto, il marito nell’ingresso. L’arma del delitto non è mai stata ritrovata.  

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