Dieci milioni di euro e 50 carte di credito sequestrate, 15 misure cautelari eseguite da Guardia di Finanza e Carabinieri di Bari nei confronti di altrettanti soggetti. E’ questo il bilancio dell’inchiesta riguardante una maxi truffa sui bonus edilizi, coordinata dalla Procura del capoluogo e che vede nel proprio nucleo un’intera famiglia di imprenditori di Altamura.
Al vertice della frode ci sarebbe il 47enne Giuseppe De Scala, l’unico finito in carcere, considerato “capo e promotore” dell’associazione in cui sono coinvolti anche i suoi genitori, suo fratello e sua sorella. Le accuse, a vario titolo, sono di associazione per delinquere finalizzata all’emissione di fatture false, riciclaggio e autoriciclaggio. La base operativa dell’associazione era appunto tra Bari e Altamura.
Tra maggio e novembre del 2021, grazie all’accesso indebito ai benefici del bonus facciate, avrebbero ottenuto crediti d’imposta per 17,2 milioni di euro. Crediti dai quali, dopo la cessione a Poste Italiane, avrebbero ricevuto tramite bonifico – e al netto delle commissioni – oltre 13 milioni di euro. Ma le operazioni di ristrutturazione, anche se poi fatturate, non sarebbero mai state realizzate. Gli stessi indagati, intercettati, parlavano di un meccanismo ben articolato e si scambiavano informazioni su come rendere disponibili i soldi, che venivano caricati su carte di credito fino ad una somma di un milione di euro al mese.
Ai domiciliari sono finite 8 persone, mentre 6 sono state colpite dall’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria, un paio delle quali – Nicola Abrescia e Danilo Petrara – recentemente coinvolte in un’altra inchiesta sull’emissione di fatture false. In totale gli indagati, compresi alcuni degli oltre 40 prestanome di cui si sarebbe servita l’associazione, sono 54, più otto società riconducibili agli stessi indagati. Società che, come sottolineato dagli inquirenti, sarebbero state “per lo più inattive”.