Era sfuggito alla cattura lo scorso 30 giugno, nel corso di una vasta operazione antimafia che aveva portato all’arresto di numerosi esponenti della ‘ndrangheta calabrese. Dopo oltre quattro mesi di ricerche, i Carabinieri del Nucleo provinciale di Cosenza lo hanno rintracciato a Bari, in una villa poco fuori dal centro. È finita così la latitanza di Nino Abruzzese, esponente dell’omonima cosca del quartiere di “Timpone Rosso”, a Cassano allo Ionio, nel Cosentino.
L’uomo era destinatario di un provvedimento emesso nell’ambito dell’inchiesta “Athena”, condotta dai militari dell’Arma e coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro, che aveva portato all’esecuzione di 68 misure cautelari nei confronti di affiliati ai clan dell’area di Sibari.
Abruzzese era inoltre ricercato in quanto destinatario di un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal Tribunale di Castrovillari, relativa ad una aggressione ai danni di un gruppo di cittadini extracomunitari, avvenuta a Cassano allo Ionio il 19 giugno scorso.
A suo carico anche una ulteriore provvedimento cautelare per il tentato omicidio, in concorso, nei confronti di due immigrati, commesso sempre nel mese di giugno nella comune della provincia di Cosenza.
L’uomo si nascondeva in una grande villa alle porte di Bari. I Carabinieri lo hanno trovato in compagnia di altre persone, tre delle quali sono state poi arrestate perché ritenute fiancheggiatrici di Abruzzese durante la latitanza.
Al termine dell’operazione è stata inoltre sequestrata la somma di 5mila euro in contanti.