Cronaca

Neonata muore mentre i medici litigano per la sala operatoria: tre condanne a Bari

Una neonata morta a causa di un parto ritardato, per colpa di un litigio tra dottori sull’utilizzo della sala operatoria. È con questa accusa che il gup del Tribunale di Bari, Isabella Valenzi, ha condannato tre medici dell’ospedale “Di Venere” di Carbonara, al termine di un processo celebrato con rito abbreviato, per il decesso di una bambina, avvenuto il 2 maggio 2016.

Sono stati condannati ad 1 anno di reclusione, con pena sospesa, i ginecologi Vito Partipilo e Carlo Campobasso, e a 8 mesi (sempre con pena sospesa) l’anestesista Antonio Simone.

Assolto invece “perché il fatto non costituisce reato” il primario del reparto di Chirurgia Generale del nosocomio barese, Francesco Puglisi.

In base a quanto emerso nel corso delle indagini, condotte dai Carabinieri e coordinate dal pubblico ministero Gaetano de Bari, il giorno della tragedia le sale operatorie di Ostetricia erano tutte occupate. Quando si resero conto della sofferenza fetale, i sanitari disposero il cesareo d’urgenza, decidendo di rivolgersi alla Unità Operativa di Chirurgia Generale, dove però era stato programmato un altro intervento.

A quel punto sarebbe scoppiato un acceso diverbio tra i medici dei due reparti per l’uso della sala operatoria. Litigio che avrebbe determinato un ritardo di circa un’ora nell’esecuzione del taglio cesareo.

Nel frattempo la donna, pronta a partorire, sarebbe rimasta senza monitoraggio e, quando la sua bambina venne fatta nascere era già in grave sofferenza per asfissia cardiaca, dovuta al cordone ombelicale stretto intorno al collo.

Oltre alla condanna, per il reato di omicidio colposo, i tre medici sono anche stati ritenuti responsabili del risarcimento danni, ancora da quantificare, nei confronti delle parti civili. Vale a dire i nonni della bambina e la Asl di Bari. I genitori della piccola invece sono già stati risarciti.

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