Politica

Elezioni comunali, al voto nella primavera del 2026: slitta di circa sei mesi l’appuntamento con le urne. Non ci sarà coincidenza con le regionali

Era già stato annunciato ma da ieri è ufficiale: i comuni che hanno votato in piena emergenza covid nel secondo semestre del 2020 e del 2021 andranno al rinnovo dei sindaci e dei consigli comunali rispettivamente nella primavera del 2026 e nella primavera del 2027. La circolare di ieri da parte del capo dipartimento per gli affari territoriali del Ministero dell’Interno destinata ai Prefetti ha chiariato nuovamente l’interpretazione della norma spiegando come per quelle due tornate elettorali ci sia stata una normativa d’urgenza provocata proprio dalla crisi pandemica da Covid-19.

Importante il numero di comuni pugliesi che dovranno rinnovare la propria amministrazione cittadina nelle due tornate elettorali per cui comunque ci sarà un tempo aggiuntivo di governo. E’ il caso di Andria e Trani nella BAT, due comuni co capoluoghi, al voto a settembre del 2020 e che a meno di clamorose sorprese avranno circa sei mesi in più con l’attuale amministrazione. Stessa sorte nel Barese con Corato e Modugno. Nel 2021, invece, al voto ci sono andati comuni come Cerignola nel Foggiano e Ruvo di Puglia nel Barese mentre nella BAT Minervino e Spinazzola. Per tutte queste città ci sarà, dunque, lo slittamento al 2027 a meno di sorprese o di scioglimenti anticipati.

In Puglia, tuttavia, si voterà anche per il rinnovo del consiglio regionale e del presidente di regione. Una elezione che dovrebbe essere, invece, al termine della scadenza naturale del mandato. L’elezione dell’Emiliano bis è avvenuta infatti nell’autunno del 2020 e dunque al voto si dovrebbe andare praticamente tra meno di un anno almeno questa l’intenzione del Governo ribadita a chiare lettere dal Presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Sono sei nel complesso le regioni che nel 2025 dovranno eleggere nuovamente presidente e consiglio con un test importante per le diverse coalizioni in campo. Non ci sarà, però, accorpamento con le comunali con inevitabili smottamenti dietro l’angolo per possibili candidature mancate o accelerate anche di sindaci o consiglieri comunali tutt’ora in carica.  

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