Non servirebbe nemmeno specificarlo, anzi in un mondo che funzionasse a dovere non ci sarebbe neppure bisogno di parlarne. Eppure, il tema degli insulti razzisti nel mondo del calcio stenta a passare di moda, anzi. E quanto accaduto a Mehdi Dorval, vittima di insulti razzisti da parte del calciatore grigiorosso Franco Vazquez al termine di Bari-Cremonese è solo l’ennesimo caso su cui ci si trova costretti a soffermarsi per ribadirsi a gran voce che no, nel 2025 non è normale andare avanti in questo modo. Non senza che qualcuno cominci seriamente a pagarne le conseguenze.
Mister Longo, coraggiosamente, ha voluto rompere il muro di omertà che spesso e volentieri si erge intorno ai Vazquez di turno. E, c’è da starne certi, se l’allenatore dei biancorossi è stato così diretto è perché dubbi su quanto accaduto, almeno in casa Bari, non ce ne sono. Non sono dello stesso avviso a Cremona, da dove con una nota del d.g. Armenia fanno sapere come Vazquez abbia negato categoricamente di aver rivolto offese razziste al calciatore franco-algerino, chiosando con un secco “per noi il discorso finisce qui”. In realtà il discorso finirà quando, nelle prossime ore, il Giudice Sportivo sarà chiamato a esprimersi in seguito a un’indagine aperta sul caso dalla Procura Federale, che ha già sentito entrambi i calciatori coinvolti. Sul capo di Vazquez pende, come da articolo 28 del Codice di Giustizia Sportiva, la possibilità di una squalifica di non meno di 10 giornate, se i fatti dovessero essere appurati. Ciò che resta, intanto, sono le lacrime di Dorval, un ragazzo che di arrendersi all’ignoranza e all’imbecillità dei razzisti non ne ha la minima intenzione.