Il consumo di una quantità compresa tra i 100 e i 200 grammi di carne di pollo a settimana potrebbe aumentare del 35% il rischio di morte per tumori gastrointestinali. È il sorprendente risultato di uno studio condotto dall’IRCCS “Saverio de Bellis” di Castellana Grotte, l’ente ospedaliero specializzato in gastroentorologia, con la dottoressa Caterina Bonfiglio come prima firmataria.
I dati arrivano da un’analisi condotta su oltre 4.800 soggetti e sembrano sfatare uno dei capisaldi della nutrizione moderna: ovvero che la carne di pollo sia l’alternativa più salutare alla carne rossa.
INTERVISTA A GIANLUIGI GIANNELLI (DIRETTORE SCIENTIFICO “DE BELLIS”)
Diverse sono le ipotesi alla base di questo possibile collegamento: dal tipo di allevamento, alla trasformazione industriale, fino al modo in cui la carne viene cotta. Ma la ricerca è solo agli inizi
INTERVISTA A GIANLUIGI GIANNELLI (DIRETTORE SCIENTIFICO “DE BELLIS”)
“Questo è il modello virtuoso di sanità che proponiamo – afferma Enzo Delvecchio, presidente del Consiglio di Indirizzo e Verifica del “de Bellis” – dove la ricerca scientifica esplora nuovi orizzonti, li valida metodologicamente, li sottopone al vaglio della comunità scientifica internazionale e infine li trasferisce nella pratica quotidiana per migliorare la nostra vita.” Sulla stessa linea anche Luigi Fruscio, commissario straordinario dell’istituto: “Il “de Bellis” ha sviluppato negli anni una consolidata e riconosciuta competenza anche a livello internazionale nell’ambito della prevenzione e della promozione della dieta mediterranea come corretto stile di vita per combattere l’insorgenza di patologie croniche ed oncologiche”.



