Partecipò, per quelle che sono le accuse, per tre volte al tentativo di uccidere due pregiudicati foggiani, Gioacchino Frascolla e Mario Clemente, entrambi ritenuti vicini al clan Sinesi Francavilla, per vendicare la morte di Rodolfo Bruno, quest’ultimo ritenuto tra gli esponenti di maggiore rilievo della batteria dei Moretti-Pellegrino. Per questi motivi la Corte di Cassazione ha confermato la condanna a 14 anni e 8 mesi di carcere per Giuseppe Ricco, 61enne di Margherita di Savoia ritenuto colpevole, con il vincolo della continuazione, dei tre tentati omicidi commessi a Foggia rispettivamente il 16, il 23 e il 26 gennaio del 2019 e accusato anche di detenzione e porto d’armi e della ricettazione dell’auto impiegata nel tentato omicidio del 23 gennaio e di una pistola. La storia si incastra nella guerra di mafia tra i due clan foggiani, i Moretti- Pellegrino e i Sinesi Francavilla. Bruno fu assassinato il 15 novembre del 2018 mentre era in un bar di un’area di servizio della Statale 673, a pochi passi dal centro abitato di Foggia. Ricco fu condannato con giudizio abbreviato dal Gup del Tribunale di Bari a 14 anni di reclusione. A luglio del 2020, però, la Corte d’Appello di Bari riformulò parzialmente la sentenza, assolvendo l’imputato dalle accuse dei tentati agguati e rideterminando la pena in 5 anni di carcere. Sentenza che fu annullata in seguito alla Corte di Cassazione, che rinviò ad un’altra sezione della Corte d’Appello il giudizio, con pena finale che fu determinata in 14 anni e 8 mesi. Ricco, difeso dall’avvocato Nicola Fabio de Feo, a quel punto propose ricorso per Cassazione. Ricorso respinto dai giudici, che hanno confermato la condanna per l’uomo di Margherita di Savoia.
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