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Cronaca

Mafia garganica, le clamorose rivelazioni di un pentito tolgono il velo su tre persone mai ritrovate. “Mi sono occupato dell’occultamento dei cadaveri”

Una rivelazione clamorosa e scioccante, quella di Francesco Notarangelo, l’ultimo pentito della mafia garganica, che ha reso le sue dichiarazioni nell’udienza del processo Omnia Nostra in corso in Corte d’Assise a Foggia. L’ex elemento di spicco del gruppo criminale di Mattinata nella sua deposizione ha riferito di essersi occupato personalmente dell’occultamento di tre cadaveri, quelli di Francesco Simone, Francesco Libergolis e Francesco Armiento. Quest’ultimo scomparso da Mattinata nel 2016, a 29 anni. Innumerevoli negli anni gli appelli disperati della mamma, Luisa Lapomarda. Di Francesco Simone si sono invece perse le tracce dal 2009, per Libergolis le ricerche vanno invece avanti dal 2011. Per tutti e tre si ipotizzò la lupara bianca. Le rivelazioni del pentito aprono ora ad una svolta che potrebbe definitivamente togliere il velo ai dubbi di questi anni e scrivere la parola fine per i tre mai ritrovati. Francesco Notarangelo ha anche detto di essersi prevalentemente dedicato alla vendita di droga, tuttavia senza dipendere da nessuno, e di aver diviso i proventi con Antonio Quitadamo. Lo stesso che – sempre secondo le dichiarazioni di Notarangelo – avrebbe deciso l’uccisione nel 2019 del viestano Girolamo Perna, alias “Peppa Pig”, un boss in ascesa nel centro garganico, rivale di Marco Raduano, un altro boss diventato di recente collaboratore di giustizia. Il gruppo mattinatese di Francesco Notarangelo si occupava di omicidi e rapine e a capeggiarlo, sempre per quelle che sono state le dichiarazioni rese in udienza, era Francesco Scirpoli. Il processo Omnia Nostra alla mafia garganica conta complessivamente 45 imputati, ventisei dei quali sono a dibattimento con rito ordinario, gli altri 19, tra cui l’ex boss Raduano, hanno invece scelto il rito abbreviato e sono stati già giudicati nel processo di secondo grado dalla Corte d’Appello di Bari.

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