“Chiedo solo la restituzione del corpo per avere almeno una tomba su cui piangere”. L’ultimo disperato appello di Maria Comitangelo è rivolto agli assassini di suo figlio, perché si mettano una mano sulla coscienza e confessino dove è stato nascosto il cadavere di Michele Cilli, il 24enne barlettano di cui non si hanno più notizie dal 16 gennaio. La speranza di ritrovarlo ancora in vita è ormai solo un’illusione. Dopo tre settimane di ricerche, condotte tra la zona della Fiumara e la costa sud di Barletta, anche il piano provinciale per le persone scomparse è stato ridimensionato. I volontari si sono ritirati lasciando il campo alle sole forze dell’ordine. Gli interrogatori di chi era con Cilli la notte della sua scomparsa non hanno ancora portato alla svolta delle indagini tanto attesa. Anche il 34enne pregiudicato con cui è stato visto allontanarsi in auto poco prima di svanire nel nulla, non risulta indagato. Ascoltato più volte come persona informata dei fatti, sostiene di aver lasciato Cilli a casa dopo un giro in macchina con lui. Una versione poco convincente ed ancora al vaglio degli inquirenti che proseguono le indagini con il massimo riserbo. L’auspicio della famiglia è che qualcuno si decida finalmente a parlare. Con la speranza che possa smuovere le coscienze, i parenti di Cilli stanno organizzando anche una fiaccolata. L’appuntamento è al Parco dell’Umanità, alle ore 19, il giorno 16 febbraio, ad un mese esatto dalla scomparsa di Michele.
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