Giuseppe Raffaele, nuovo allenatore del Cerignola, ha le idee chiare sullo spirito da mettere in campo nelle sette partite che separano dal termine della regular season. Ha ereditato una squadra undicesima a un punto dai playoff, con la sestultima difesa del campionato con 40 reti al passivo – score peggiorato dall’1-3 del “Monterisi” con il Monopoli, risultato che ha determinato l’esonero di Ivan Tisci – e capace di totalizzare un solo clean sheet nel 2024 con lo 0-0 con il Taranto. Di contro c’è un attacco capace di segnare 42 volte, quinto per rendimento in tutto il campionato. Nelle prime ore alla guida dell’Audace, Raffaele ha inseguito una stella polare. L’equilibrio.
Il suo Cerignola potrebbe cambiare pelle passando al 3-5-2, modulo spesso usato in carriera da Raffaele, in particolare negli anni di Potenza. Un assetto che però dovrebbe fare i conti con la carenza di centrali difensivi – vedi alle voci Martinelli e Ligi, lungodegenti – e comporterebbe l’arretramento di Capomaggio nel pacchetto arretrato, soluzione già adottata nella scorsa stagione. Tra i pro ci sarebbe la maggiore libertà per esterni di centrocampo e mezzali e la conoscenza di uno schema già utilizzato nell’era Pazienza. Riflessioni in corso con vista sull’anticipo di venerdì sera a Catania.
A prescindere dagli interpreti, c’è un rilancio da varare con vista sull’ultimo mese e mezzo di campionato e sul futuro. Raffaele ha firmato un contratto fino a giugno del 2025, sinonimo di una società che vuole programmare. E che non guarda tanto all’ingresso nella Top 10 del campionato quanto a blindare il professionismo, ritrovato per la prima volta nell’estate 2022 dopo 85 anni di attesa.